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Silvestri (Ascoli): "Voglio la mia vera squadra"

Giuseppe Silvestri
Il diesse Giuseppe Silvestri
Giuseppe Silvestri, terminato il girone di andata, un bilancio sul rendimento della tua squadra, Ascoli.

"Nella giornata di sabato non siamo mai stati centrati mentalmente. Sono mancate la determinazione e la cattiveria e in qualche caso siamo stati anche un po' polli, me compreso. Domenica la squadra ha reagito. Comunque senza due grossolani errori arbitrali avremmo almeno due punti in più e la classifica nelle zone basse sarebbe diversa per tutti. Complessivamente non è questo l'Ascoli che voglio, non è questo l'Ascoli che conosco, non è questo l'Ascoli che si presenterà al girone di ritorno. Noi siamo una squadra che butta il cuore sul campo. Poi possiamo anche lasciarcelo. Ma di sicuro mai più gambe molli e braccini corti...".

Quale è stata a tuo avviso la sorpresa del campionato?

"Devo fare i miei più sinceri complimenti alla Salernitana che si è saputa calare con la mentalità giusta nella categoria. Con Ferdinando e i suoi sono sempre battaglie in campo, ma sono giocatori che stimo molto perché riescono sempre a dare il 110 per cento. Non dico le Fiamme perché per me tutto sono tranne che una sorpresa".

Quale la squadra che avrebbe potuto fare di più?

"L'Ascoli. Ero convinto che avremmo girato a nove punti. Ma non sono quelli ad essere mancati. E' mancata la rabbia, quella che abbiamo tirato fuori quando siamo stati colpiti nell'orgoglio. Speriamo che duri sino ad aprile".

A quale giocatore daresti l'oscar del migliore dell'andata?

"Noguera su tutti. Poi Beis, Mateos e Flores. Tra gli italiani Nastasi e Intra... I campioni sono sempre gli stessi. Personalmente però mi è piaciuto moltissimo Donval: una persona squisita, molto sportiva e con una capacità di concentrazione invidiabile. Mai una parola fuori posto e sportività da vendere. Un grande acquisto per gli amici dei Fighters: persone così fanno bene al nostro sport. Mi congratulo con la dirigenza arancione".

Cosa ti aspetti dal girone di ritorno per quanto riguarda il tuo team?

"Che per una volta, per 48 ore consecutive, tutti pensino solo a giocare. E che al palazzetto arrivino con lo stesso sguardo di una foto che tutti noi conosciamo molto bene...".

A tuo avviso a questo punto del campionato quale è la favorita e quali le indiziate per la retrocessione?

"La favorita è Reggio Emilia. Ma non mi stupirei per niente se alla fine ce la facessero le Fiamme o se da dietro rimontasse Pisa. Il campionato è ancora aperto in testa. Sotto vedo Perugia attrezzata per uscire presto dalla mischia. Le altre mi auguro che debbano lottare sino alla fine. Come noi".

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Cosa ne pensi dell'organizzazione dell'evento e su cosa a tuo avviso si può ancora migliorare?

"Non sono io che devo rispondere a questa domanda. Dico soltanto che siamo ancora al 50 per cento del potenziale. Abbiamo in mente almeno una decina di novità da inserire gradualmente. Purtroppo non è un lavoro e per quanto si possa dedicare tempo ad una passione, poi c'è la vita di tutti i giorni che consuma la maggior parte delle energie". 

Uno sguardo agli altri campionati: quale la quadra che ti è piaciuta di più nelle categorie minori?

"Sono molto contento per Firenze, a cui sono affettivamente legato. Idem per Grosseto, dove ho vissuto sette anni e sento di aver dato qualcosa in passato a quella squadra. Sono contento per i ragazzi di Monferrato. Detto questo l'oscar lo assegno al Catania, che dopo due ottime stagioni ormai è pronto per il salto di categoria. Black Rose è semplicemente già di categoria superiore".

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