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Fisct: tagliato storico traguardo dei 1.000 tesserati

di Cesare Natoli

under12-2015
Un parte degli under 12 affiliati alla Fisct
Sembrava un miraggio, invece era solo un'utopia. Ma nel senso positivo del termine: era qualcosa di bello che, al momento, non si era ancora realizzato ma che, un domani, lo sarebbe stato. Ricordo che in molte assemblee federali, già a Chianciano Terme, si diceva "quando saremo almeno mille potremo dire la nostra!". Oggi, finalmente, ci siamo: la Fisct, la nostra federazione di Subbuteo calcio da tavolo, ha superato i mille tesserati.

È un traguardo importante. Un traguardo di cui tutto il movimento deve essere orgoglioso e al quale tutti abbiamo contribuito, chi più chi meno. Un traguardo che ci fa sentire un po' meno "piccoli". Quante volte ci siamo sentiti chiedere da qualcuno che voleva notizie sulla nostra disciplina "ma quanti sono i tesserati in Italia?" e noi, con un po'di imbarazzo "... ehm... 600, 700...", e gli altri "così pochi? Nemmeno mille?". Ecco, oggi possiamo rispondere che siamo mille. Anzi, che siamo più di mille.

Per carità, ammettiamolo... siamo sempre pochi, ne siamo tutti ben consapevoli. Tuttavia, il passaggio è importante e mette in luce un trend che negli ultimi tempi ha visto crescere gli iscritti alla federazione al ritmo di circa 15-20 al mese. Se la cosa verrà confermata - e rafforzata - nei prossimi mesi, non diventa un miraggio nemmeno pensare ai tremila tesserati fra qualche anno. Quei tremila tesserati indicati da molti come lo step (successivo a questo dei mille) necessario per diventare disciplina sportiva riconosciuta dal Coni. Ad incoraggiarci, in tal senso, è anche l'analisi dei numeri. Dei mille tesserati, infatti, circa 250 appartengono alle categorie under; 28 sono le donne; una buona percentuale, inoltre è sotto i trent'anni. Il dato più interessante, però, è quello del database esordienti (ossia coloro che sono stati tesserati quest'anno o, al massimo, l'anno scorso), nel quale figurano 350 iscritti: lo stesso numero, cioè, di quello che è stato per anni lo zoccolo duro del movimento.

È un merito di tutti, dicevamo. È però altrettanto evidente che, come in tutte le cose, c'è chi ci ha creduto e lavorato di più e chi, invece, ha fatto di meno. Il consiglio direttivo e la presidenza della Fisct, negli ultimi due anni, hanno fortemente creduto nella crescita, istituendo la categoria esordienti (dalla quale sono venute decine e decine di nuovi giocatori), creando la commissione per lo sviluppo della disciplina e per la cura del settore giovanile, ufficializzando la categoria Subbuteo all'interno della Fisct stessa e facendo un meticoloso e profondo lavoro sulla comunicazione, basta guardare questo portale: partito da niente e in grado di superare già il traguardo delle 122mila pagine visualizzate in appena nove mesi. Inoltre pronto ad una nuova e più travolgente rivoluzione, con iniziative nel cassetto nemmeno lontanamente immaginabili qualche anno fa.

Qualcuno, dinanzi alle novità, ha storto il muso, ma ha avuto torto. Indubbiamente, in un movimento che diventa sempre più composito ed eterogeneo, le diversità – di pensiero e di vedute – sono del tutto naturali. E persino auspicabili. Un esempio è costituito dal fatto che continuano ad esistere club che da anni lavorano per la promozione – tra giovani e non – accanto ad altri interessati solo a giocare. Tutti hanno il diritto di far parte della federazione, ovviamente. Ma è fuor di dubbio che se l'obiettivo deve essere quello – statutario – di crescere ulteriormente, l'organizzazione del nostro sport deve essere finalizzata in tal senso. E le novità contenute nel nuovo Handbook (la nuova normativa sulle filiali, la categoria Subbuteo, il rinnovato interesse verso gli esordienti e gli under) lo sono decisamente.

In ogni caso, non è il momento delle divisioni. È il momento di prendere spunto da coloro che lavorano per il bene del movimento. È il momento dell'emulazione positiva. È il momento di remare tutti nella stessa direzione. Se ciò avverrà, il futuro per la nostra disciplina non può che essere roseo. Anche perché, a questo punto, tocca a noi; a tutti noi. La crescita va assecondata, accompagnata, ulteriormente favorita. Appellarsi ad eccezioni sull'Handbook, ad esempio - come talvolta capita di sentire - magari per perseguire obiettivi egoistici, va nella direzione sbagliata. Non vale la pena, per logiche "da orticello", perdere quest'occasione. Anche perché potrebbe rivelarsi davvero l'ultima.

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