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In serie A, qualcuno prova a spegnere le Fiamme

Riusciranno i nostri eroi a impedire che la corazzata Fiamme Azzurre prenda a cannonate il 43esimo torneo di Serie A e si metta in tasca il quarto scudetto della sua storia, terzo consecutivo?

Ad una veloce lettura sembra essere questo il leitmotiv del massimo campionato di calcio da tavolo a squadre, in programma il 16 e 17 novembre a San Benedetto del Tronto, organizzato dalla Fisct con la collaborazione del club di Ascoli.

Il gruppo di Carmine Napolitano, infatti, ha il profilo dell’assassino perfetto: rosa formidabile formata da pluricampioni del mondo, una compattezza non sempre comune per le grandi squadre, l’ormai consolidata esperienza ad altissimi livelli e il sacro fuoco che sembra non spegnersi mai.

Dalla sua ha anche i proverbi se è vero che “non c’è due senza tre” e da due stagioni i romani dominano la Serie A. Ma come diceva uno che di sport se ne intende, non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco.
Le letture veloci, infatti, spesso si rivelano anche superficiali e ad osservarlo bene il campionato che si prepara a vivere il weeend del girone ascendente, nasconde più di un’insidia per i freschi campioni d’Europa, rinforzati dall’arrivo dei fratelli Bertelli dopo il doloroso scioglimento dei Black and Blue Pisa.

E’ vero che capitan Napolitano dispone di una rosa da far tremare i polsi, ma è altrettanto vero che sui campi si va sempre e comunque in quattro e a leggere le formazioni di tutti gli altri club non si fatica a desumere che ogni tecnico avrà la possibilità di mandare sui tavoli un quartetto altamente competitivo, tanto da rendere estremamente complesso l’esercizio di stilare un’ipotetica griglia di partenza con favoriti e outsiders. Ci proviamo, consapevoli dell’altissima possibilità d’errore, ma facendocene una ragione.

Se alle Fiamme vanno i favori del pronostico, la seconda formazione meglio attrezzata è sicuramente quella degli Eagles Napoli.
L’arrivo di Carlos Flores fa lievitare le quotazioni dei partenopei, anche perché la perdita di Angelo Borg è stata compensata dal ritorno di Antonio Mettivieri. La coppia Bolognino-Flores accende la fantasia e annuncia Subbuteo-champagne, ma molto dipenderà dai fratelli Di Vito, chiamati alla definitiva consacrazione e ad un super rendimento.

Sullo stesso piano degli azzurri mettiamo anche l’altra formazione napoletana, quella dei Fighters, giunta terza nel passato campionato. Gli ormai non più ragazzini di Umberto Battista rappresentano una delle più belle realtà del calcio da tavolo mondiale. Hanno bisogno soltanto di una esaltante affermazione per entrare fin da ora nella storia della disciplina e il campionato di quest’anno rappresenta una ghiotta occasione che non vorranno lasciarsi sfuggire.

Immediatamente alle spalle di questa coppia inseriamo la F.lli Bari Reggio Emilia.
Per storia e palmares (cinque titoli negli ultimi undici in palio) è una delle principali società di sempre del calcio a punta di dito, ma non si rinuncia dall’oggi al domani a un gigante come Carlos Flores. Il neo arrivato William Dotto darà una grossa mano, ma sarebbe ingeneroso fare paragoni con il leone spagnolo. Saverio Bari, Massimiliano Nastasi, Emanuele Licheri e Luca Zambello sono chiamati a disputare un torneo perfetto se vogliono complicare la vita alle altre contendenti al titolo.

Quelle sopra descritte, comunque, a nostro avviso sono le squadre di prima fascia, da cui uscirà quella scudettata.

Immediatamente sotto troviamo i Bologna Tigers, che da quest’anno possono contare sull’esperienza dell’inossidabile Francesco Mattiangeli, arrivato alla corte di Riccardo Marinucci insieme a Dimitros Dimopoulos e Alberto Di Maggio. La rosa è completata da giocatori esperti e di sicuro rendimento: Gerardo Patruno, Fabrizio Fedele, Andrea Di Vincenzo ed Enzo Riccio. Il quinto posto è l’obiettivo minimo di una formazione in grado di dare battaglia in ogni partita.

Un giudizio che vale anche per la Salernitana.
La squadra capitanata da Ferdinando Gasparini si è rinforzata nel mercato estivo e si presenta ai nastri di partenza con il chiaro intento di far meglio dell’ottavo posto dell’anno scorso. Le carte sono in regola. Molto dipenderà anche dalla capacità di gestire una rosa numerosa in cui si fatica ad individuare l’elemento di minor valore tattico-agonistico.

Non bisogna sorprendersi se nel secondo gruppo inseriamo i neopromossi del Barcellona Mortellito, dominatori del passato torneo cadetto. Dalla loro non hanno soltanto capacità tecniche e un Subbuteo giocato sempre lancia in resta, ma anche entusiasmo da vendere che è benzina preziosa per una squadra giovane che vuole dimostrare subito che il futuro le appartiene. La voglia di strafare è l’unico pericolo che riusciamo a scorgere in questo momento.

Releghiamo nella terza fascia le ultime cinque formazioni rimaste.

L’Ascoli (di chi vi scrive) lo scorso anno centrò il settimo posto, miglior risultato della sua storia. La squadra è rimasta la stessa, così come lo stesso è l’obiettivo: quello di conquistare la salvezza. I bianconeri sono capaci di risultati impensabili, ma anche di rovinose cadute, motivo che rende ancora più complesso qualsiasi pronostico.
Di certo giocheranno con il motto diventato ormai un mantra: lottare sempre, arrendersi mai.

I soliti nomi, con un Axel Donval in più nel motore, per la Stella Artois Milano.
La “squadra che non muore mai” di Gianluca Galeazzi vanta un glorioso passato e l’invidiabile capacità di centrare salvezze insperate. Anche per loro il traguardo da raggiungere è quello della permanenza in massima divisione. Faranno di ogni partita una battaglia pur di mettere insieme i punti necessari.

Gianfranco Calonico, capitano dei Master Sanremo, è andato in Belgio per pescare il rinforzo giusto per la sua squadra.
Jerome Heyvaert darà una buona mano ad una formazione che nello scorso campionato ha sofferto fino alla fine, perdendo poi i playoff contro Milano. I liguri vogliono far fruttare al massimo il ripescaggio e continuare a calcare i campi della Serie A. Sicuramente sono più attrezzati del passato.

Restare in massima serie è anche l’ambizione del Catania del giovane condottiero Claudio Panebianco, altra formazione abituata a lottare fino all’ultimo tiro e via via cresciuta negli anni fino a diventare un osso duro per tutti. I siciliani conoscono perfettamente le difficoltà di un campionato ancora più complesso del passato, ma tale consapevolezza è senza dubbio uno stimolo più che un limite.

Infine la ultima in questo elenco solo per casualità e non certo per valori sportivi. Anche in questo caso il gruppo è quello che conosciamo e che fa della compattezza la sua arma principale. Patrizio Lazzaretti ha lavorato molto sulla psicologia dei suoi in questi due anni e quello che si presenta al via è un gruppo senza dubbio più maturo e più consapevole dei propri mezzi. I biancocelesti l’anno passato fecero benissimo in B, cedendo di un sol punto alla capolista.
La sostanza, insomma, c’è e di sicuro non manca l’entusiasmo. Un altro brutto cliente per tutti.

Ovviamente i settemila caratteri sopra, rappresentano considerazioni al netto di possibili defezioni e ignorando lo stato di forma di gran parte degli atleti chiamati a difendere i propri colori. C’è poi la Dea Bendata, che alla fine bacia sempre qualcuno più di altri. Fa parte del gioco. Quel gioco che... ha nel calcio la sua migliore simulazione e che continua a tenerci incollati ai tavoli anno dopo anno.

di Gismonch

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